Osteopatia nella cura dei bambini affetti da disturbi dell’attenzione senza e con iperattività ADD/ADHD
Che cos’è l’ADHD o Disturbo da Deficit d’Attenzione e Iperattività? Come si comporta un osteopata con un bambino con ADHD?
Il quadro dei disturbi presenti nella sindrome di deficit di attenzione con e senza iperattività non è ben definito e varie sono le definizioni secondo i gruppi di lavoro che si occupano di questi bambini. Si è, pertanto, convenuto di inquadrare la ADD/ADHD come sindrome clinica. Questa sindrome clinica, definita sindrome da deficit di attenzione pura, si manifesta spesso con ipoattività. Ciò implica che i bambini appaiano rallentati e passivi verso nuove situazioni. Spesso hanno la cosiddetta “testa fra le nuvole” e faticano ad intraprendere e/o a portare a termine le richieste a loro fatte, tanto in ambito scolastico, quanto nella vita di tutti i giorni. Come ci si può ben aspettare, purtroppo, non esiste patogenesi specifica e valida per tutti casi. I dati scientifici, infatti, parlano di eventuali deficit organici a livello cerebrale. Effettivamente è stato documentata la presenza di alcune anomalie strutturali con o senza riduzione del metabolismo cerebrale in varie zone corticali e subcorticali.
Le nuove tecniche per immagine permettono di mostrare, oggi, quanto sia importante sviluppare una capacità di riorganizzazione cerebrale e di come, grazie proprio ad alcuni trattamenti messi appunto nell’ancora semi ignota osteopatia, possano contribuire al miglioramento comportamentale di bambini affetti da disturbi da deficit d’attenzione.
Sebbene la discussione su tale argomento sia tuttora piuttosto accesa, l’osteopatia ricopre un valido ruolo contributivo al miglioramento delle condizioni di tali bambini. Procediamo, però, per gradi.
Le principali caratteristiche cliniche della sindrome add/adhd sono:
- Alterata attenzione:
– Incapacità di prestare attenzione e concentrazione per un tempo prolungato
– Facilità nel dimenticare
– Percezione errata
– Incapacità di approfondire un lavoro o un gioco - Impulsività:
– Agire in modo impulsivo, azione troppo veloce
– Nel complesso immaturità nel comportamento e nella soluzione di problemi
– Incapacità di attendere per soddisfare le proprie necessità - Iperattività:
– Forte irritabilità motoria
– Azionismo
– Forte spinta a parlare
Osservando la molteplicità di cause, è stupefacente la denominazione dell’ADD/ADHD come sindrome clinica, ma ancora di più sembra esserlo la strategia terapeutica del mondo scientifico. “L’unione fa la forza”, mai stata così vera tale affermazione. Sì, perché per determinate situazioni, proprio come questa, non esiste una sola cura o medicina, bensì l’unione sapiente dell’uomo e del suo studio in costante sviluppo e approfondimento, porta ad essere una delle più riuscite soluzioni. Fondere, dunque, a seconda dei propri punti di forza, tutte le terapie in un’unica risolutiva ed efficace. Questa tesi condotta da molti terapeuti aiuta i genitori, le famiglie e la scuola nella speranza di migliorare la convivenza con bambini affetti da questa patologia, difficoltà non di poco conto. Per tali motivi, tenendo conto delle grandi difficoltà, dei pareri contrastanti a riguardo e della delicatezza di tale argomento, pur non addentrandoci completamente nell’argomento, è possibile dire con certezza che anche i benefici offerti dall’osteopatia, sia per i bambini affetti da ADHD, sia per le famiglie coinvolte, sono numerosissimi ed aiutano a spronare la Scienza come stimolo per cercare sempre più nuove ed alternative strategie terapeutiche.
Così anche gli osteopati si sono messi sulla strada della ricerca.
Hai già effettuato un controllo dall’osteopata?
Bambini con ADHD: che ruolo ha l’osteopatia in tutto ciò?
Durante la crescita di un bambino, avviene (o dovrebbe avvenire) un processo naturale molto semplice e lineare: l’educazione e l’interazione sociale “smussano” tutti quegli aspetti di iperattività, impulsività, distraibilità, impazienza del bambino. Ma come fa il cervello del bambino a modificarsi e quindi a modificare il comportamento? Descrivendo il processo in poche righe comprensibili a tutti, possiamo dire che educazione e interazione sociale agiscono sul “maturando” prefrontale che impara che “ci si comporta così”, “questo va bene e questo no”, “così non si fa”, ecc. Qualcuno definisce il prefrontale come “lobo censorio” proprio perché è in grado di scegliere i comportamenti, le emozioni e i sentimenti più adeguati inibendo quelli inadeguati in un determinato momento.
In alcuni bimbi qualcosa non va in questa direzione e queste caratteristiche permangono, spesso in maniera estrema. Ecco dunque che si parla di ADHD o Disturbo da deficit d’attenzione e iperattività. Seppur breve, questa descrizione dipinge chiaramente il dramma di questa situazione che non riguarda solo il bimbo affetto da tale disturbo, bensì tutte quelle persone che si trovano intorno e che in qualche maniera risentono di tale condizione. Ecco dunque che, in un ambiente così spinoso come questo, anche l’osteopatia può dare il suo valido contributo.
Attualmente, infatti, la terapia consiste nell’utilizzo di strategie psicologiche, parent training e farmaci. Molti progressi sono stati fatti, a partire dall’inquadramento fino ad arrivare alla terapia finale, ma come società e mondo scientifico dobbiamo continuare a sperimentare per poter ridare a questi bimbi e alle loro famiglie una vita migliore. Anche l’osteopatia può dare molto. In primis perché la ricerca è dinamismo e trasformazione e in quanto tali bisogna sempre studiare e sperimentare nuove tecniche osteopatiche utili non solo alla futura società ma anche a quella del presente. In secondo lungo, alla domanda di come l’osteopatia possa contribuire per fronteggiare tale disturbo cognitivo, hanno iniziato a rispondere nel 2012 Alessandro Accorsi e altri specialisti pubblicando anche uno studio interessante e approfondito sul “Journal of American Osteopathic Association”.
Ciò che è emerso di davvero importante da tale studio è che i bambini trattati osteopaticamente hanno migliorato la rapidità di esecuzione del test delle campanelle, la regressione lineare multivariata ha evidenziato un miglioramento nell’accuratezza e questo dimostra, dunque, un miglioramento nelle capacità di concentrazione, focalizzazione e esclusione dei fattori distraenti. Inoltre, non è emerso alcun effetto collaterale registrato. Questo Primo grande studio “sui generis” deve entusiasmarci e invogliarci – non solo in quanto osteopati – a proseguire, su questa strada: il corpo ha un ruolo ancora troppo sottovalutato nelle condizioni in cui è il cervello l’elemento centrale e questo errato preconcetto di cartesiana impronta è, purtroppo, gravemente limitante per un approccio che potrebbe fare davvero la differenza.
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